Plotino by Roberto Radice

Plotino by Roberto Radice

autore:Roberto Radice [Radice, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Pelago
pubblicato: 2024-05-01T22:00:00+00:00


CAPITOLO 6

L’ipostasi dell’anima una e molteplice

Come prima accennavamo, Plotino eredita da Platone due funzioni diverse dell’anima: l’una vivificante e l’altra cognitiva, e in sostanza questo vale sia a livello individuale (umano) sia a livello cosmico (anima del mondo).

Non si preoccupa invece di attribuire all’anima quella forza ordinatrice che in Platone era riservata al demiurgo inteso come intelletto che coglie le Idee a sé stanti per trasferirle nella materia. Plotino svilupperà quest’ultima tesi ricorrendo alle “ragioni formali”, ossia alle forme razionali passate dall’Intelligenza all’Anima del tutto e disseminate nel cosmo («l’Anima aveva interamente in se stessa la potenza ordinatrice secondo le ragioni formali»).

Nella tradizione platonica successiva a Platone, le Idee venivano considerate come pensieri di dio, e in ciò si trova una prefigurazione dell’ipostasi dell’Intelligenza. Così Plotino parla di tre anime: una, detta Anima suprema, non scende nel mondo ed è puramente intelligente, cioè intenta a contemplare l’Intelligenza e a cogliere le Idee che sono in essa; l’altra – detta Anima del tutto – attira su di sé la materia e la vivifica; la terza si particolarizza nelle anime individuali degli uomini e dei viventi.

Come si vede, l’ipostasi dell’Anima, per il fatto di essere di due livelli distante dall’Uno (ricordando che fra l’Anima e l’Uno si colloca l’ipostasi dell’Intelligenza), ha perso in parte la sua unità e quindi si frammenta. In ultimo, per il fatto di dover scendere ad animare la materia, e salvarla dalla “disgregazione”, si moltiplica in infinite parti nelle anime individuali.

Come è facile prevedere, il vero problema a questo punto è dimostrare che qui non si realizza una frantumazione dell’anima con il rischio di perderla nel vortice della molteplicità, bensì di confermare la sua unità. Afferma Plotino: «all’origine c’è una sola Anima, e da questa derivano le anime molteplici» e di conseguenza «essa è dovunque una sola, pur nella varietà delle sue azioni».

[Le anime umane come parte dell’anima del tutto]

1. È provato che noi siamo coinvolti nel ciclico movimento del tutto, […] e proprio dal tutto riceviamo l’Anima. Inoltre, come in noi uomini ogni parte deve qualcosa alla nostra Anima, così anche noi stessi, in quanto parti rispetto al tutto, partecipiamo dell’Anima del tutto. Da ultimo, il fatto che «tutta l’Anima ha cura della parte inanimata» significa che nulla è estraneo […] all’Anima, del tutto, la quale, infatti, si è fatta carico di tutto il mondo inanimato.

[Anima e anima di qualcosa]

2. […] A questo punto sarebbe più esatto dire che ogni Anima, nell’essere se stessa e una, è tutta l’Anima. Ma facendo [di tutte] una sola Anima, la si riconduce a un’altra realtà, che non è più un qualche ente – foss’anche l’anima del cosmo intero –, ma è propriamente un principio creatore sia del mondo, sia di ogni essere animato.

E siccome l’Anima è una sostanza, è necessario pensare che non ogni Anima appartiene a qualcosa, ma che esiste un’anima la quale in assoluto non appartiene a nulla, perché anche le altre che sono anime-di-qualcosa, diventano tali a partire da un certo momento in poi, accidentalmente. […]

E allora



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